COGLIAMO L’OCCASIONE!!

Locandina del CORSO DI PERCUSSIONI RITMO E SONORIZZAZIONI

La locandina del corso (clicca per scaricarla)

Voglio condividere e soprattutto divulgare un felice percorso di attività musicale e di movimento in gruppo guidato da due eccezionali “maestri” che mia figlia sta con entusiasmo ed emozione frequentando.

Si tratta di un “CORSO DI PERCUSSIONI RITMO E SONORIZZAZIONI” proposto dall’AIPD in primavera dell’anno scorso come primo “rodaggio” e con convinzione da parte di tutti ripreso questo settembre per costruire un progetto dove le competenze e le esperienza delle figure di riferimento potessero intrecciarsi con gli spunti delle diverse individualità e sensibilità dei partecipanti.

Non si tratta di una iniziativa, come purtroppo spesso avviene, per “parcheggiare” (scusate il termine, ma mi sembra renda l’idea in maniera efficace) i nostri ragazzi, ma di un’occasione reale d’incontro con il gruppo, con il ritmo, con le emozioni e con il corpo: un modo coinvolgente e piacevole per incontrare “loro stessi”.

Personalmente ritengo che anche l’ambiente dove si svolge l’attività (lo IALS: Istituto Addestramento Lavoratori dello Spettacolo www.ials.info) sia stimolante: ci sono corsi di ballo e non solo, di ogni tipo, frequentati da bambini e persone le più diverse! A volte per noi genitori “anziani” che aspettiamo circondati dalle diverse sale può risultare un po’ “cacofonico” il mix di musica classica, break dance e magari tip tap, ma in fondo non ci fa certo male!!

Attualmente le possibilità e potenzialità di tutto questo non sono “impegnate” al massimo, sarebbe bello per tutti una maggiore adesione a questo progetto e quindi invito chi fosse interessato ad approfittare di questa opportunità.

Con i ragazzi dell’Agrario

151020133061Voglio parlarvi dell’Istituto Agrario Domizia Lucilla che sorge su una bella area verde di Monte Ciocci, dispone di un uliveto, una piccola vigna, qualche albero da frutto, un orto ed attualmente una sola serra in uso e degli spazi coperti dove fanno l’olio ed il vino.

L’edificio in sé non è molto grande è articolato su due piani, non è in condizioni ottimali,ma funzionante.

Durante tutto lo scorso anno sono stati fatti dei lavori (vedi l’iter non facile di una lunga vicenda su www.monteciocci.com) per attrezzare l’area circostante a giardino pubblico da parte del Comune, con il progetto di fare rientrare la pista ciclabile in un progetto ancora più ampio (vedi http://issuu.com/ilbalduino/docs/2013_03_ilbalduino) con l’impiego di un “importante “ budget!

WP_20131202_005Attualmente il parco non è stato ancora inaugurato, ma è già frequentato fin dal primo mattino da persone che fanno footing, nordic walking, passeggiano con i loro cani per i quali esiste anche un’area riservata, mamme con bambini grandi e piccoli,anche per loro esiste un’area riservata.

Personalmente ho conosciuto l’Istituto Domizia Lucilla due anni fa, quando mia figlia, la mia ragazza speciale, era in terza media e si poneva il difficile problema del “dopo”.

In realtà in prima battuta ero stata indirizzata all’Istituto Agrario G.Garibaldi sull’ardeatina, ben noto (ovviamente in senso assolutamente positivo) per l’alta percentuale di studenti “speciali”, in particolare autistici, nei confronti dei quali hanno costruito e maturato una grande esperienza. Per inciso mi risulta che avendo 80 ha di terreno ne sono stati messi a disposizione 2 ha per una cooperativa per disabili autistici a seguito di una proposta fatta al preside dai genitori, perché possa esistere un “senso” ed un seguito all’esperienza “scolastica”. (Mi risulta da un dibattito su radio 24 alla trasmissione di G. Nicoletti del 17.01.2013)

Ovviamente hanno molte, troppe richieste, però il Dirigente scolastico mi ha detto che anche nella nostra zona c’era un Istituto Agrario. In sintesi dall’anno scorso la mia ragazza è uno degli studenti dell’Agrario D.L .

Oggi il problema è che dei privati vorrebbero costruire degli impianti sportivi nell’area della scuola ovvero nella riserva naturale di Monte Ciocci come viene spiegato bene in http://monteciocci.com/2013/11/27/con-i-ragazzi-dellagraria/

Inoltre, come si dice: “a pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina”, tutti abbiamo pensato che magari all’inizio è prevista una piccola club house e poi….

con i ragazzi dell'agrarioBisogna assolutamente evitare speculazioni, l’area in questione è per i ragazzi e per la cittadinanza tutta un bene prezioso, inoltre si potrebbe lavorare migliorando le sinergie in modo che la scuola attraverso “gli orti” dei ragazzi rappresenti un’occasione di impegno ed integrazione per tante realtà sociali. (Già a giugno 2013 è stato realizzato un bel progetto di “orto” con i ragazzi disabili affiancati volontariamente dai loro compagni “tutor” e da un gruppo di Assistenti Speciali che quest’anno pensavano di aprire al territorio!)

Così come possono nascere interessanti proposte e progetti (vedi quella riportata nell’articolo già citato) da parte del quartiere, del municipio, del comune.http://comune-info.net/2013/12/gli-orti-magici-che-seminano-relazioni/

Il fatto che la scuola in questione sia ubicata in un posto verde e panoramico non deve rappresentare un perenne “rischio” per gli studenti di perdere la loro struttura ed i loro spazi (che potrebbero essere migliorati e meglio impiegati).

La bellezza salverà il mondo”, chi meglio dei giovani deve “godere” ed imparare dalla bellezza del territorio e della natura, e chi salverà il mondo se non i giovani???

Adolescenti e Tecnologia

Mi fa molto piacere, grazie a questo bell’articolo di Fabrizio Faraco, toccare questo discusso e delicato argomento dal quale oggi non si può prescindere. È interessante l’argomentare proposto ed è fondamentale il punto di partenza ovvero l’importanza e la centralità da sempre della “socialità” per l’Uomo, sia nel suo cammino evolutivo nella storia che nel suo cammino, come individuo, da bambino ad adulto alla ricerca della propria personalità. Bisogno fondamentale per sviluppare la propria identità, in particolare nel delicato momento di passaggio dell’adolescenza, la Relazione con gli altri (che ovviamente poi rimanda alla relazione con sé stessi!)

Personalmente ritengo che per essere in relazione lo strumento indispensabile sia la Comunicazione, che spesso non coincide con la Connessione, il pericolo vero (prescindendo in questa “chiacchierata” da situazioni, per fortuna estreme, come la pedofilia e relativi adescamenti in rete, bullismo ecc. di cui è giusto che parli chi ha altre competenze e conoscenze) che vedo e che già ogni adolescente corre per il solo fatto di “vivere la sua adolescenza”, è quello dell’appiattimento del proprio “io” per aderire al modello che in apparenza sembra essere “vincente” nel gruppo. Da questo punto di vista risulta evidente che i social media possono ingigantire questa “trappola”!

“Ci sono sempre piaciute le persone simili a noi, per questo cerchiamo le persone che abbiano in comune con noi le caratteristiche che amiamo”  Anche questo pensiero di Fabrizio Faraco può essere una “trappola”, dovremmo capirlo in particolare noi, genitori di figli “speciali” Da un lato la “specialità,” altrimenti diversità, che sembra per definizione estraniante, ma sicuramente, nessuno meglio di noi sa, quanto ogni adolescente “speciale” abbia in comune con un qualsiasi altro adolescente per il solo fatto di trovarsi “accumunati” da quel difficile viaggio, alla ricerca della propria identità.

La voce di Carly

Carly Fleischmann che comunica col mondo via internet e il suo libro

La tecnologia quindi per i nostri figli “speciali” può rappresentare un’importante apertura verso il mondo esterno, uno strumento in più per comunicare e farsi accettare. Possiamo parlare del supporto che l’informatica può dare per la dislessia e DSA come miglior mezzo compensativo (vedi http://www.anastasis.it/), dei programmi PECS per l’autismo (vedi per es: “io parloapp per Iphone, iPad e Mac). Emblematica a questo proposito la storia, la bellissima storia (la ripetizione non è una dimenticanza, ma un rafforzativo), di Carly Fleischmann (vedi https://www.facebook.com/carlysvoice), una ragazza canadese con una grave forma di autismo che con molto impegno e fatica riesce, proprio grazie alla tecnologia (applicazione software WordQ) a trovare un modo per esprimersi e Comunicare e decide, proprio da adolescente, di rappresentare “la voce dell’autismo”. È presente su facebook e su twitter dove ho recentemente letto che forse andrà dal dott.Oz!!!

L’ultima osservazione con cui vorrei chiudere e che gli adolescenti sono, in parte, anche quello che negli anni hanno ricevuto come esempio, sia esso consapevole o meno, intorno a loro. Questa è la grande responsabilità degli adulti, personalmente mi sentirei di dire in particolare dei genitori e familiari. Usare “bene” la tecnologia e tutto quanto ad essa connesso è una questione di equilibri tra contesti e atteggiamenti, ma che dire di giovani genitori “eternamente” connessi, con un occhio ai figli e uno al cellulare o famiglie che dentro casa anziché parlare si mandano sms??

Non si stropicciano le ali degli angeli

Come ho già detto, ho letto “Se ti abbraccio non aver paura” dove come genitori di figli speciali ci sono tanti momenti e situazioni nelle quali tutti ci si può riconoscere o immedesimare. Leggendo in particolare “… L’impiegata gentilissima che cura la pratica ha capito lo stato di Andrea e quando usciamo mi sussurra che è il mio angelo. Devo sentirmi fortunato perché è un regalo del cielo.” Mi sono rivista in diverse occasioni, l’ultima proprio qualche settimana fa, una signora, una nonna, molto accogliente e gentile che era piaciuta molto a mia figlia, dopo un po’ che parlavamo mi ha detto “Lei lo sa che sono degli angeli!?” Sì, lo so, ne sono consapevole e devo anche dire che malgrado quello che la gran parte delle persone può pensare, mi ritengo fortunata per questo! Io credo in Dio e penso che avere un figlio speciale sia una grande occasione su più fronti: come genitore, come persona e come credente. Quando è nata mia figlia una persona amica di famiglia, che sicuramente partecipava con affetto al momento che stavamo vivendo, mi disse: “ci dispiace, perché proprio a te?” Pur apprezzando la sua intenzione, mi sorprese questo spostare l’attenzione da lei a me e leggere la sua disabilità un po’ come un’ingiustizia che aveva colpito proprio me. Non l’ho mai vista in questo modo, soprattutto mi sembrava e mi sembra tutt’ora, spesso, che l’attenzione o il “compatimento” si riferiscano più a me che non a lei. Qui mi collego ad un’altra frase del libro, poche righe più giù della precedente: “… Sono convinti che Andrea sia una persona felice, capace di vivere dentro due dimensioni, quella terrena e un’altra che non riesco ancora a comprendere del tutto.” Io credo che sia rimasto radicato un vecchio concetto, un pregiudizio dovuto a quanto poco si conosceva ,anche in un passato non lontano, del mondo delle varie disabilità, che si può sintetizzare brutalmente in “scemo e contento”. Come se avere un ritardo intellettivo, in particolare, sia sì un gran problema, ma, al tempo stesso qualcosa che non ti fa capire la realtà e non essendo consapevole vivi felice! Felice come, altrettanto erroneamente, si pensa, o meglio, spero, si pensava, siano i bambini per il solo fatto di esserlo, come se “l’infanzia” bastasse a se stessa! Invece la cosa che più alimenta le mie preoccupazioni è proprio vedere, toccare con mano quanta “consapevolezza” abbiano, sensibilità, emotività, capacità di percepire atmosfere, disponibilità vera o meno di chi gli sta vicino! Quindi sì, sono degli angeli ma proprio per questo sono creature delicate e preziose, le loro ali sono il loro “sentire” così forte, un ipersensibilità che spesso vivono sulla loro pelle sia in senso metaforico che reale (vedi Horse Boy il libro o la fondazione). Tutto questo richiederebbe una grande cura, una grande attenzione, un grande amore e allora forse sì, le loro ali li porterebbero più facilmente verso la felicità dalla quale noi tutti verremmo “felicemente” contagiati. Ma se questo non avviene, anzi, “l’ignoranza”, la mancanza della giusta attenzione e tensione sono ciò con cui si devono misurare (scontrare), la sofferenza è ciò a cui vanno incontro!!! E questa sofferenza è responsabilità di tutti! “Tutti siamo veramente responsabili di tutti” (Giovanni Paolo II)

I viaggi dei papà

19 marzo, festa del papà, sento intervistato alla radio (Essere e benessere radio 24) un papà che parla dell’esperienza molto particolare fatta con suo figlio.

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Mi è subito piaciuto, aveva un tono pacato, un leggero accento veneto, parlava di un viaggio davvero speciale con un figlio molto speciale e ancor di più, disse che proprio nel giorno della festa del papà, voleva fare un riconoscimento alle mamme in quanto attente “sentinelle” e presenza attiva e insostituibile nella quotidianità in particolare dei figli “speciali”.

Ho pensato che fosse una delicatezza ed un riconoscimento nei confronti della mamma del suo ragazzo. Anche se lui era protagonista ed artefice del lungo viaggio in moto, nelle “americhe” con il figlio autistico, lei era non meno protagonista del quotidiano.

Ovviamente sto parlando di Franco Antonello, che da allora è apparso sulla copertina di Panorama, in una serie d’interviste in televisione (Invasioni barbariche, Che tempo che fa) , radio due,ecc.

E’ una cosa bella che la sua testimonianza resa in maniera ancora più dettagliata e viva dal libro di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura” stia avendo un “eco” così importante.

Si è “spalancata” una finestra su un mondo così poco conosciuto ed alle volte nascosto che non può che essere un arricchimento ed una chance importante per tutti.

Sottolineo per tutti, perché ho sentito che F.Antonello è stato contattato anche da tante persone non legate al problema dell’autismo, ma che sono rimaste “prese” da questa storia e dai suoi protagonisti.

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Quando ho sentito di quest’avventura di un papà con il figlio autistico, ho pensato subito ad un’altra storia che mi aveva ugualmente colpito, coinvolto ed emozionato: “Horse boy”, il racconto di un viaggio prima intuito, poi sognato ed infine fortemente voluto dal papà di Rowan, un altro bambino con diagnosi di autismo. L’incontro quasi casuale tra Rowan ed una cavalla e la loro intesa che sembra creare un ponte tra il mondo del bambino e la realtà circostante, sono lo spunto che porta questo padre a concepire un incredibile viaggio in Mongolia, “..la terra dove seimila anni fa, i cavalli furono addomesticati; la patria del popolo delle renne, tribù di sciamani che vive da sempre in simbiosi con gli spiriti della natura”.

Due storie diverse con tanti spunti in comune, il più forte l’amore per i propri figli, la voglia di stargli vicino, di capire, di vivere e condividere grandi emozioni insieme, senza farsi “fiaccare” dalle difficoltà (tante), dai problemi (grandi) .

Ognuno cerca di trovare un proprio modo per affrontare il difficile ruolo di genitore di un figlio “speciale”, ovviamente la più parte di noi non intraprende imprese così particolari ed avventurose e non scriverà libri, film, interviste, ma un po’ delle storie di tutti noi sono raccontate in questi libri, tante delle nostre emozioni, delle nostre ansie e delle nostre gioie.