Un libro da leggere

Ti seguirò fuori dall'acquaNelle mie, purtroppo sempre rapide, incursioni nel web alla ricerca di “cose”interessanti, avevo intravisto l’uscita di un nuovo libro dove un papà racconta del  suo figlio “speciale”.

Un “format” (si può dire così?) proposto spesso negl’ultimi anni, anche se in chiavi diverse, ma di grande impatto e risonanza . Vedi mio post precedente.

Caso vuole che a dicembre incontro l’autore e la sua famiglia ad uno stand della AIPD mentre anch’io ero in giro con la mia ragazza. Tra “genitori speciali” scatta quasi subito la chiacchiera. A me sembra che ci sia in questi incontri un misto di voglia di confronto e diffidenza insieme a quelle componenti umane e soggettive che scattano per tutti.

Grazie alla gentilezza,soprattutto, ed ad un concorso fotografico di imminente scadenza legato al libro, ricevo   una copia di “Ti seguirò fuori dall’acqua” !!

É un libro che consiglierei molto volentieri veramente a tutti! Tutti quelli che sono genitori, tutti quelli che vorrebbero diventarlo e forse ancor di più a quelli che lo vorrebbero ma non lo sanno!

Questo papà é proprio un uomo di questa società  perché come é scritto sulla copertina “..Prima di lui, ero un uomo di  “velocità”. “Ottenevo successi facilmente. ..” é un uomo che va veloce, che si sente “vincente” e misura ciò che gli accade attraverso il suo “io”. Ma é anche molto onesto e pronto a mettersi in discussione per capire ed affrontare  quello che la vita gli pone davanti con la nascita di quel “pesciolino” inatteso al posto del figlio “perfetto” sognato ed aspettato e potremmo dire “meritato”!

La cosa fondamentale che accade é che questo “cucciolo” piccolo,apparentemente imperfetto, “malato”, si rivela essere la “vera carta vincente”! Il punto di forza per affrontare la vita di lì in avanti cogliendone il senso più profondo e vero.

Questi figli, i nostri figli speciali, sono veramente un dono! Un dono perché ci insegnano il pieno rispetto per ogni creatura che nasce e ci aiutano meglio a capire il vero ruolo del genitore che è quello di accogliere, accompagnare, supportare…amare!!

Voglio chiudere con una osservazione personale nata leggendo questi libri scritti dai papà, dove la figura della mamma é presente ma ..”defilata”. Mi viene in mente il vangelo della festa della sacra famiglia (domenica 3 gennaio) Lc2,41-52 “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore”!!

 

 

 

 

 

 

Mamme e crowdfunding. A Roma e Milano

Mi fa piacere segnalare questa interessante iniziativa, mi scuso per il ritardo con cui la segnalo ma il poco tempo a disposizione e la mia scarsa destrezza dei mezzi digitali impattano sulla tempestività, ma spero non sull’efficacia dei contenuti.

Penso che quanto viene proposto da Fattoremamma & Eppela possa essere d’interesse anche per noi mamme di figli speciali e non solo per noi mamme, in quanto tali, ma proprio per creare iniziative che coinvolgano i nostri figli.

Quale migliore progetto imprenditoriale?

Eppela e FattoreMamma presentano:

Happy crowd hour – Aperitivi tra mamme e donne intraprendenti a Milano e Roma

Mamme e crowdfunding

La locandina dell’evento

Due aperitivi a Milano e Roma per illustrare alle mamme più intraprendenti come utilizzare il crowdfunding per attivare i loro progetti in Rete e fuori.

Eppela – la più grande piattaforma di crowdfunding presente in Italia – e FattoreMamma – il punto di riferimento italiano per le mamme in Rete – hanno deciso di collaborare, per dare sostegno ai progetti imprenditoriali delle mamme.

Per scoprire l’opportunità del crowdfunding e il servizio di supporto personalizzato per presentare piccoli e grandi progetti, Eppela e FattoreMamma invitano a un aperitivo tutte le mamme con un sogno nel cassetto.

a MILANO – Giovedi’ 13 marzo, presso Open – Viale Montenero 6 a Milano – dalle ore 18.00 dalle 18 alle 20

a ROMA – Giovedi’ 20 marzo, da Eataly al terzo piano indirizzo piazzale XII Ottobre 1492 –  dalle 18 alle 20

Agli aperitivi saranno presenti Jolanda Restano (fondatrice di FattoreMamma), Fabio Simonelli e Nicola Lencioni soci fondatori di Eppela e Veronica Benini coach delle progettiste, più alcune delle mamme che già hanno avviato la raccolta fondi sulla piattaforma per i loro progetti. Tutte loro saranno disponibili a fornire le informazioni per avviarne di nuovi.

La community delle mamme di Eppela

Eppela è la più grande piattaforma di crowdfunding presente in Italia e contribuisce a sostenere diversi progetti ogni giorno. Con il 2013 Eppela ha pensato di avvicinarsi ancora di più ai progettisti e di supportarli attraverso delle community dedicate alle persone, dove vengono ospitati e accuditi i progetti.

La community delle mamme ha come partner Fattoremamma, il punto di riferimento delle mamme italiane in Rete, e alcune delle più note mamme influencer come Barbara Damiano (MammaFelice.it) e Chiara Cecilia Santamaria (machedavvero.it). Insieme scoprono e valutano i progetti delle mamme che si stanno inventando un lavoro, che vogliono lanciarsi in proprio o che semplicemente vogliono dare una svolta alla propria attività. La community delle mamme è utile anche come occasione di confronto tra chi è agli inizi e chi invece ha già utilizzato questa piattaforma, oltre a essere un valido strumento di marketing.

Le mamme progettiste avranno la possibilità di avere una tutor d’eccezione, Veronica Benini, consulente marketing per Eppela, che le accompagnerà nella stesura dei progetti e nella ricerca delle ricompense.

La community delle mamme ha trovato anche l’appoggio di alcuni mentori partner, aziende che hanno deciso di sostenere i progetti più in linea con i loro valori: quando il progetto raggiunge il 50% dei fondi richiesti, il resto viene offerto dal partner, fino ad un massimo di 5.000. Il primo partner verrà presentato, dopo un bel rodaggio e qualche ritardo, finalmente, il 13 marzo durante l’evento.

Cosa è e come funziona il crowdfunding?

Il crowdfunding è una piattaforma online che si occupa di raccogliere donazioni dalla rete per sostenere e favorire il progetto di chi ha deciso di partire con qualcosa di proprio e non ha ottenuto gli appoggi delle banche.

Sulla piattaforma online chi elabora il progetto lo spiega (anche mediante un video) affinché possa essere finanziato dagli internauti interessati. Il progettista può essere già esperto o alle prime armi, l’importante è che sappia raccontare bene la propria idea, che dovrà essere innovativa e intrigante al punto tale da far venire voglia di essere sostenuta.

Ogni sostenitore riceverà poi una ricompensa.

Qualsiasi progetto può usufruire del crowdfunding: un evento, un documentario, un brevetto, un libro o e-book, un e-commerce, un negozio, un caffè, un tour di concerti, una collezione di gioielli o di abiti.

FattoreMamma

FattoreMamma crea forme innovative di relazione tra le mamme e le aziende utilizzando le nuove tecnologie digitali e lavorando in modo integrato sulle dimensioni on-line e off-line. Per fare questo, offre un ampio spettro di servizi alle aziende che si rivolgono alle mamme, quali influencer e buzz marketing, content creation e community management, organizzazione eventi e campagne di comunicazione non convenzionale.

FattoreMamma è inoltre editore di siti e servizi on-line dedicati a mamme, famiglie e bambini (Filastrocche.it, Blogmamma.it, MammacheClub.com, Mammacheblog.com, Mumsup.com), attraverso i quali raggiunge quotidianamente migliaia di mamme. Grazie alla sua profonda conoscenza del mondo “mamme on line”, ha creato Il FattoreMamma Network, il primo e più grande circuito di siti e blog mom-generated, per il quale è anche concessionaria di pubblicità.

Gli eventi Mammacheblog organizzati da FattoreMamma a maggio e novembre di ogni anno sono il punto di riferimento per tutte le mamme blogger italiane

Contatti stampa:
Elena Bonomielena.bonomi@fattoremamma.com
02314639 – 3382230741
www.fattoremamma.com

Eppela

Eppela è la piattaforma di crowdfunding, reward based e generalista, che permette di creare un progetto, condividerlo con il proprio network ed ottenere un finanziamento per la sua realizzazione.

www.eppela.com
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COGLIAMO L’OCCASIONE!!

Locandina del CORSO DI PERCUSSIONI RITMO E SONORIZZAZIONI

La locandina del corso (clicca per scaricarla)

Voglio condividere e soprattutto divulgare un felice percorso di attività musicale e di movimento in gruppo guidato da due eccezionali “maestri” che mia figlia sta con entusiasmo ed emozione frequentando.

Si tratta di un “CORSO DI PERCUSSIONI RITMO E SONORIZZAZIONI” proposto dall’AIPD in primavera dell’anno scorso come primo “rodaggio” e con convinzione da parte di tutti ripreso questo settembre per costruire un progetto dove le competenze e le esperienza delle figure di riferimento potessero intrecciarsi con gli spunti delle diverse individualità e sensibilità dei partecipanti.

Non si tratta di una iniziativa, come purtroppo spesso avviene, per “parcheggiare” (scusate il termine, ma mi sembra renda l’idea in maniera efficace) i nostri ragazzi, ma di un’occasione reale d’incontro con il gruppo, con il ritmo, con le emozioni e con il corpo: un modo coinvolgente e piacevole per incontrare “loro stessi”.

Personalmente ritengo che anche l’ambiente dove si svolge l’attività (lo IALS: Istituto Addestramento Lavoratori dello Spettacolo www.ials.info) sia stimolante: ci sono corsi di ballo e non solo, di ogni tipo, frequentati da bambini e persone le più diverse! A volte per noi genitori “anziani” che aspettiamo circondati dalle diverse sale può risultare un po’ “cacofonico” il mix di musica classica, break dance e magari tip tap, ma in fondo non ci fa certo male!!

Attualmente le possibilità e potenzialità di tutto questo non sono “impegnate” al massimo, sarebbe bello per tutti una maggiore adesione a questo progetto e quindi invito chi fosse interessato ad approfittare di questa opportunità.

Con i ragazzi dell’Agrario

151020133061Voglio parlarvi dell’Istituto Agrario Domizia Lucilla che sorge su una bella area verde di Monte Ciocci, dispone di un uliveto, una piccola vigna, qualche albero da frutto, un orto ed attualmente una sola serra in uso e degli spazi coperti dove fanno l’olio ed il vino.

L’edificio in sé non è molto grande è articolato su due piani, non è in condizioni ottimali,ma funzionante.

Durante tutto lo scorso anno sono stati fatti dei lavori (vedi l’iter non facile di una lunga vicenda su www.monteciocci.com) per attrezzare l’area circostante a giardino pubblico da parte del Comune, con il progetto di fare rientrare la pista ciclabile in un progetto ancora più ampio (vedi http://issuu.com/ilbalduino/docs/2013_03_ilbalduino) con l’impiego di un “importante “ budget!

WP_20131202_005Attualmente il parco non è stato ancora inaugurato, ma è già frequentato fin dal primo mattino da persone che fanno footing, nordic walking, passeggiano con i loro cani per i quali esiste anche un’area riservata, mamme con bambini grandi e piccoli,anche per loro esiste un’area riservata.

Personalmente ho conosciuto l’Istituto Domizia Lucilla due anni fa, quando mia figlia, la mia ragazza speciale, era in terza media e si poneva il difficile problema del “dopo”.

In realtà in prima battuta ero stata indirizzata all’Istituto Agrario G.Garibaldi sull’ardeatina, ben noto (ovviamente in senso assolutamente positivo) per l’alta percentuale di studenti “speciali”, in particolare autistici, nei confronti dei quali hanno costruito e maturato una grande esperienza. Per inciso mi risulta che avendo 80 ha di terreno ne sono stati messi a disposizione 2 ha per una cooperativa per disabili autistici a seguito di una proposta fatta al preside dai genitori, perché possa esistere un “senso” ed un seguito all’esperienza “scolastica”. (Mi risulta da un dibattito su radio 24 alla trasmissione di G. Nicoletti del 17.01.2013)

Ovviamente hanno molte, troppe richieste, però il Dirigente scolastico mi ha detto che anche nella nostra zona c’era un Istituto Agrario. In sintesi dall’anno scorso la mia ragazza è uno degli studenti dell’Agrario D.L .

Oggi il problema è che dei privati vorrebbero costruire degli impianti sportivi nell’area della scuola ovvero nella riserva naturale di Monte Ciocci come viene spiegato bene in http://monteciocci.com/2013/11/27/con-i-ragazzi-dellagraria/

Inoltre, come si dice: “a pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina”, tutti abbiamo pensato che magari all’inizio è prevista una piccola club house e poi….

con i ragazzi dell'agrarioBisogna assolutamente evitare speculazioni, l’area in questione è per i ragazzi e per la cittadinanza tutta un bene prezioso, inoltre si potrebbe lavorare migliorando le sinergie in modo che la scuola attraverso “gli orti” dei ragazzi rappresenti un’occasione di impegno ed integrazione per tante realtà sociali. (Già a giugno 2013 è stato realizzato un bel progetto di “orto” con i ragazzi disabili affiancati volontariamente dai loro compagni “tutor” e da un gruppo di Assistenti Speciali che quest’anno pensavano di aprire al territorio!)

Così come possono nascere interessanti proposte e progetti (vedi quella riportata nell’articolo già citato) da parte del quartiere, del municipio, del comune.http://comune-info.net/2013/12/gli-orti-magici-che-seminano-relazioni/

Il fatto che la scuola in questione sia ubicata in un posto verde e panoramico non deve rappresentare un perenne “rischio” per gli studenti di perdere la loro struttura ed i loro spazi (che potrebbero essere migliorati e meglio impiegati).

La bellezza salverà il mondo”, chi meglio dei giovani deve “godere” ed imparare dalla bellezza del territorio e della natura, e chi salverà il mondo se non i giovani???

Adolescenti e Tecnologia

Mi fa molto piacere, grazie a questo bell’articolo di Fabrizio Faraco, toccare questo discusso e delicato argomento dal quale oggi non si può prescindere. È interessante l’argomentare proposto ed è fondamentale il punto di partenza ovvero l’importanza e la centralità da sempre della “socialità” per l’Uomo, sia nel suo cammino evolutivo nella storia che nel suo cammino, come individuo, da bambino ad adulto alla ricerca della propria personalità. Bisogno fondamentale per sviluppare la propria identità, in particolare nel delicato momento di passaggio dell’adolescenza, la Relazione con gli altri (che ovviamente poi rimanda alla relazione con sé stessi!)

Personalmente ritengo che per essere in relazione lo strumento indispensabile sia la Comunicazione, che spesso non coincide con la Connessione, il pericolo vero (prescindendo in questa “chiacchierata” da situazioni, per fortuna estreme, come la pedofilia e relativi adescamenti in rete, bullismo ecc. di cui è giusto che parli chi ha altre competenze e conoscenze) che vedo e che già ogni adolescente corre per il solo fatto di “vivere la sua adolescenza”, è quello dell’appiattimento del proprio “io” per aderire al modello che in apparenza sembra essere “vincente” nel gruppo. Da questo punto di vista risulta evidente che i social media possono ingigantire questa “trappola”!

“Ci sono sempre piaciute le persone simili a noi, per questo cerchiamo le persone che abbiano in comune con noi le caratteristiche che amiamo”  Anche questo pensiero di Fabrizio Faraco può essere una “trappola”, dovremmo capirlo in particolare noi, genitori di figli “speciali” Da un lato la “specialità,” altrimenti diversità, che sembra per definizione estraniante, ma sicuramente, nessuno meglio di noi sa, quanto ogni adolescente “speciale” abbia in comune con un qualsiasi altro adolescente per il solo fatto di trovarsi “accumunati” da quel difficile viaggio, alla ricerca della propria identità.

La voce di Carly

Carly Fleischmann che comunica col mondo via internet e il suo libro

La tecnologia quindi per i nostri figli “speciali” può rappresentare un’importante apertura verso il mondo esterno, uno strumento in più per comunicare e farsi accettare. Possiamo parlare del supporto che l’informatica può dare per la dislessia e DSA come miglior mezzo compensativo (vedi http://www.anastasis.it/), dei programmi PECS per l’autismo (vedi per es: “io parloapp per Iphone, iPad e Mac). Emblematica a questo proposito la storia, la bellissima storia (la ripetizione non è una dimenticanza, ma un rafforzativo), di Carly Fleischmann (vedi https://www.facebook.com/carlysvoice), una ragazza canadese con una grave forma di autismo che con molto impegno e fatica riesce, proprio grazie alla tecnologia (applicazione software WordQ) a trovare un modo per esprimersi e Comunicare e decide, proprio da adolescente, di rappresentare “la voce dell’autismo”. È presente su facebook e su twitter dove ho recentemente letto che forse andrà dal dott.Oz!!!

L’ultima osservazione con cui vorrei chiudere e che gli adolescenti sono, in parte, anche quello che negli anni hanno ricevuto come esempio, sia esso consapevole o meno, intorno a loro. Questa è la grande responsabilità degli adulti, personalmente mi sentirei di dire in particolare dei genitori e familiari. Usare “bene” la tecnologia e tutto quanto ad essa connesso è una questione di equilibri tra contesti e atteggiamenti, ma che dire di giovani genitori “eternamente” connessi, con un occhio ai figli e uno al cellulare o famiglie che dentro casa anziché parlare si mandano sms??

Teenagers e tecnologia: la migliore generazione di sempre

Ospitiamo un post di Fabrizio Faraco, esperto di Marketing, soprattutto digitale per affrontare un tema caldo, cioè il rapporto tra adolescenti e tecnologia. Le opinioni del presente articolo sono quelle dell’autore. Mi riprometto di commentare l’articolo per fornirvi la mia opinione al riguardo.

Sono abbastanza vecchio per sapere un sacco di cose, che nascono proprio dalla esperienza di vita. So che i giornali sono quelle cose dove si ottengono le notizie politiche e dove si cerca un lavoro. So che la musica viene acquistata nei negozi. So che se si vuole avere una conversazione con qualcuno, tu li chiami al telefono. So che le cose complicate come il software o le enciclopedie devono essere create da professionisti. Negli ultimi quindici anni, ho dovuto disimparare ognuna di queste cose, più un altro milione ancora, perché queste cose hanno smesso di essere vere.” (Clay Shirky “Here Comes Everybody”, 2008, p. 320-321)

Parliamo di teenager e social media. I teenager condividono sempre più informazioni e senza apparente attenzione a, e preoccupazione per, la loro privacy (maggiori informazioni sul fenomeno sono reperibili nello studio Teens, Social Media, and Privacy). Un tema controverso.

In un recente articolo sul tema il giornalista e blogger canadese Clive Thompson sostiene che la vita digitale degli adolescenti sia diventato il bersaglio di attacchi settimanali su tutti i media (e in ogni luogo dove ci sia un teenager e uno smartphone, cioè ovunque), e che contrariamente a ciò che sostengono molti, questi attacchi siano ingiustificati.

Attacchi sostenuti da vari intellettuali come il romanziere Jonathan Franzen, che in un recente saggio per il Guardian,  ha lamentato che la socializzazione online stia creando un pensiero unico, superficiale e banale, rendendo i bambini incapaci di socializzare faccia a faccia. O il comico americano Louis CK, che ha proclamato in tv che non avrebbe dato alle sue figlie cellulari per paura che poi non sappiano sviluppare l’empatia. C’è anche l’avvertimento apocalittico della famosa scienziata e scrittrice Susan Greenfield: «Potremmo far crescere una generazione edonista che vive solo l’emozione del momento generata al computer e in pericolo di distaccarsi da ciò che il resto di noi considera il mondo reale».

Anch’io credo, come Clive Thompson, che i fatti e più profonde considerazioni smentiscano tali preoccupazioni, al di là, ovviamente dei rischi evidenti e che comunque hanno sempre accompagnato la crescita di una nuova generazione.

La ragione principale per cui credo che le previsioni apocalittiche non si avverino, e che anzi il mondo interconnesso, fatto di socialità, eccesso di texting, di condivisione visuale e perenne connessione sia migliore, nasce dal fatto che condividere e avere relazioni è alla base della nostra esistenza anche da prima che nascesse internet. Ci sono sempre piaciute le persone simili a noi, per questo cerchiamo le persone che abbiano in comune con noi le caratteristiche che amiamo.

La ragione non risiede, quindi, nella natura digitale o nella tecnologia (anche se la tecnologia ha reso possibile l’ampliamento della dimensione comunicativa tra gli individui e con le cose), ma nella necessità del genere umano di esser connesso. Essere connessi è un bisogno primario dell’individuo, è il bisogno di appartenenza e di essere riconosciuti. Graham Brown, Antrpologo inglese autore di «The anthropology of everyday» sostiene che siamo sociali per definizione! «We are social by design». Graham Brown sostiene che non si è schiavi della tecnologia ma di ciò che la tecnologia fa per noi «Non siamo schiavi della tecnologia, ma uno dell’altro, dello stare insieme. E quando non stiamo insieme la tecnologia ci aiuta a raccontare la nostra storia». Raccontare la nostra storia, questo ha sempre fatto l’essere umano per costruire relazioni e costruire fiducia reciproca. E sempre per raccontare storie ci si è appoggiati a strumenti sociali. Sempre Brown ne elenca 7 (le 7c):

  • Caffe
  • Abiti (Clothes)
  • Cioccolato
  • Calice (Cola)
  • Fumo (Cigarette)
  • Auto (Car)
  • Cellulare

Il cibo è il re degli strumenti sociali. Pensate a quanto della nostra cultura è convogliato dal cibo. Eppure non ci sogneremmo neanche di pensare di abolirlo. Il diavolo, se vogliamo, si nasconde nell’abuso degli strumenti sociali, non negli strumenti in sé. Usiamo gli strumenti sociali per costruire la nostra identità e per raccontare la nostra storia e raccontare storie è il modo con cui creiamo relazioni e fiducia, perché per costruire una relazione dobbiamo aver costruito la fiducia. Raccontare rappresenta, quindi, il modo con cui forgiamo i significati e creiamo il contesto sociale, ovvero come ci relazioniamo con gli altri

Prendiamo ad esempio il comportamento online dei teenager più criticato: postare una propria fotografia (l’hashtag associato, #selfies, è stato il più usato del 2013). Graham Brown sostiene che siamo tutti nati col bisogno di essere connessi, e postare una foto di noi stessi altro non è che uno dei tanti modi di essere in connessione, anche quando questo può risultare inappropriato. Perché connettersi è più importante di essere appropriati, soprattutto per i teenager. Mostrare le foto di sé non è narcisismo, ma condividere un’esperienza. Di sicuro alimentano la vanita e la “prova sociale” (e ovviamente ci sono esagerazioni, come in ogni comportamento sociale), ma per troppo tempo la nostra società ci ha reso passivi, lasciando alla tv e alle agenzie pubblicitarie di raccontare di noi. E forse iniziata l’era in cui saremo noi stessi a raccontare le nostre storie. Un era che non piace ai media. L’umanità è stata sempre sospettosa delle nuove forme di espressione soprattutto se davano voce alla gente comune. Pensiamo all’impressionismo, considerato scandaloso a suo tempo solo perché descriveva persone normali fare cose normali.

Per queste motivazioni credo che i teenager non siano una generazione destinata all’atrofia delle relazioni, anzi. Credo che se vogliamo prevenire abusi e patologie dobbiamo semplicemente trovare storie in cui loro possano ritrovarcisi, perché tutto il senso dell’esperienza dei teenager è offline, ma questa generazione usa l’online per trovarlo. E questo è la sfida più grande per noi: catturare la loro attenzione.

Una sfida che stanno cercano di vincere i grandi marchi al fine di vendere prodotti ai teenager. Sfida difficile anche in questo caso perché “I teenager non acquistano in base al marchio, ma per ciò che il marchio fa per loro” (Graham Brown). “Il brand è una storia. Ma è una storia su di te, non sul brand. La nostra storia ci fa dire che «amiamo Google» o «che la Harley è il nostro amore» … ma cosa amiamo veramente? Amiamo noi stessi. Amiamo il ricordo che abbiamo di come quel marchio ci ha fatto sentire una volta. Ci piace che ci ricordi la nostra mamma, o il crescere, o il nostro primo bacio.” (Seth Godin “The brand is a story. But it’s a story about you, not about the brand”, 14 aprile 2013)

Fabrizio Faraco

Quando si esagera…!!

AIPD fotoInizio di ottobre, di fatto inizio di tutte le attività che affiancano e supportano la vita dei nostri figli grandi e piccini. Quando vediamo nella posta in arrivo una mail dell’associazione sappiamo che saranno l’attenta segnalazione di attività, incontri, visite che l’AIPD  propone e comunica.

Invece ecco quale notizia portava l’ultima mail:

                                                                                                                                                                         COMUNICATO ALLA SEZIONE

 AIPD ROMA sospende le attività in convenzione con il Comune di Roma

Venerdì 4 ottobre u.s. il Dipartimento XIV Promozione dei Servizi Sociali e della Salute del Comune di Roma attraverso una comunicazione telefonica della funzionaria nelle cui mani solitamente sottoscriviamo gli atti in convenzione dei progetti SIC, Corsi di Autonomia e SIL ha informato la Sezione che

vista la grave situazione economica del comune di Roma sono sospesi tutti i progetti  in essere: SIC – SIL  – PERCORSI  fino a tutto ottobre ,  e  in attesa di  nuovi  provvedimenti

Ricordando che il Comune contribuisce per circa il 45% delle spese per ogni iscritto ai progetti e per ogni famiglia seguita dal SIC questa comunicazione mette fortemente in difficoltà la Sezione tutta.

Le famiglie compartecipano per il 55 % delle spese e pertanto hanno diritto a vedere svolgersi le attività. Anche la iscrizione all’Associazione contribuisce alla copertura delle spese. La sezione nonostante ciò, non è in grado di onorare i compensi degli operatori sotto contratto che operano per conto di noi familiari. Ricordiamo infatti, che i preventivi di spesa riguardano sostanzialmente il pagamento di operatori specialistici, medici, assistenti sociali, psicologi, educatori, che, in virtù di differenti forme contrattuali, lavorano per conto di noi familiari affinchè siano di sostegno a famiglie, persone con sindrome di Down e datori di lavoro. Circa 500 persone sono colpite da questi provvedimenti del Comune.

Non avendo comunicato altre notizie di provvedimenti di sospensione, per l’intanto gli altri progetti in convenzione possono proseguire le attività, fermo restando che la situazione gravissima che si è venuta a creare ci potrebbe mettere nelle condizioni di stabilire la sospensione anche di esse.

Pertanto comunichiamo che le attività di SIC – Corsi di autonomia (Club, ATL e AGENZIA +) – SIL sono sospese per il mese di ottobre.

Preghiamo gli operatori dei Corsi di autonomia  di convocare i partecipanti e comunicare il contenuto di questo messaggio.

Per il SIC e il SIL gli operatori comunichino nelle forme che riterranno più opportune il messaggio di questo comunicato.

Chiediamo infine, di inserire il messaggio nel sito, per evitare disguidi e incomprensioni.

Invitiamo soci e iscritti alle varie attività ad essere presenti il prossimo 10 ottobre ore 16.30 presso la sala della Città dell’Altra economia. AIPD Roma presenterà alla città il primo Bilancio sociale della sezione. Dovrebbero essere presenti autorità comunali alle quali potremmo rappresentare le nostre forti rimostranze per gli accadimenti. E’ importante la presenza di più persone possibili. Il disagio deve essere evidenziato concretamente, non sono più sufficienti le parole. Invitiamo ancora famiglie, persone con sindrome di Down, operatori, amici e sostenitori a essere presenti nei punti di incontro previsti per la Giornata Nazionale delle Persone con sindrome di Down. Oltre a offrire messaggi di cioccolata, e veder assicurata un’importante forma di entrata economica alla sezione, i partecipanti potranno denunciare la situazione a tutti coloro che si fermeranno ai nostri stand. I giornali non informano a sufficienza, anche perché spesso ritengono altre notizie più importanti. Il cittadino, l’elettore, spesso non è debitamente tenuto informato di quanto avviene in città. Questa è l’occasione buona per farlo.

Ringraziamo tutti per il sostegno e l’aiuto

Giampaolo Celani (per conto del Consiglio di Amministrazione)

Che dire???

Fortuna che il nuovo sindaco Marino è un medico, una persona che meglio di altre dovrebbe avere una sensibilità, una competenza ed un’attenzione specifica riguardo le esigenze, la vita stessa dei disabili tutti!!??

L’AIPD  è diventata negl’anni ( è nata a Roma nel 1979 coma associazione bambini Down) un punto di riferimento fondamentale, guardando il programma del 2013 ( http://www.aipd.it/userfiles/file/Progr2013-rivistoxsito.pdf ) si può capirlo direttamente senza tante parole!!

Sono sempre i più deboli che pagano perchè non interessa il bacino di voti che li rappresenta?

E’ in ogni caso un vero scandalo e …. quando si esagera, si esagera!!!

 

 

 

 

 

 

 

Il “merito” al supermercato

L’altro giorno ero al supermercato con la mia ragazza “speciale” di ritorno dal bioparco e dalle emozioni che lei aveva vissuto “incontrando” gli animali. Ero soddisfatta perché nel negozietto del bioparco avevamo trovato un “magnifico “ polipo di gomma fucsia (teniamo sempre presente il lato femminile), morbido, ideale da stringere e strapazzare.

Medaglia e supermercatoSicuramente meglio dirottare “l’emozioni” sul polipo e non sulle manine che spesso non trovano pace e vengono morsicchiate graffiate ecc.

Ora le mie “colleghe” sapranno bene che fare la spesa non è nulla di che, ma è “utile” attivare la “famigerata” capacità multitasking femminile per seguire il pensiero relativo agli acquisti alimentari, il pensiero coinvolgere la ragazza o almeno prevedere le sue mosse a volte “imprevedibili”.

In breve, mentre pesavo un bel cavolfiore, il pensiero di curare la qualità dell’alimentazione come piccolo ma continuo aiuto per la salute cerca di restare attivo in un cantuccio di mente, succede che il polipo forse troppo strapazzato o mal realizzato si rompe, con fuoriuscita di liquido ovviamente fucsia e pallini bianchi, e giace per terra. Ma probabilmente prima di atterrare il liquido fucsia è schizzato sulla camicetta della mia ragazza e ha colpito anche il retro di una signora, con figlia, che un attimo prima le aveva fatto “teneri” e “compassionevoli” sorrisi.

Ho cercato di pulire la mia ragazza e di offrire fazzolettini di carta alla signora mal capitata la cui figlia chiedeva aiuto a gran voce a chiunque…

Non vorrei raccontare ulteriori dettagli dell’accaduto, poco interessanti, di fatto l’altra coppia madre figlia ha pensato di non aver avuto sufficienti scuse e “risarcimenti” per cui la figlia, persona decisamente adulta, ha deciso di mostrare il suo sdegno o risentimento dicendomi: “lei merita quello che ha!”

Non ho ritenuto di dover e voler rispondere per vari motivi, in oltre in queste situazioni si rimane sempre un po’”basiti”, ma questa affermazione, che è stata volutamente usata come offesa, mi ha fatto riflettere!!

Prima di tutto aldilà dell’intenzione, io non mi sono sentita offesa, anzi, forse mi sono sempre sentita “privilegiata” ad essere la mamma di una ragazza speciale e poter condividere la mia vita con lei, in qualche modo lei è la mia medaglia e  come tutte le medaglie dietro c’è impegno, fatica, sacrificio e passione, in questo caso amore!!

Ma la cosa che più mi ha fatto riflettere è che dietro a questa affermazione-insulto c’è ancora molto vivo l’orribile vetusto e miope concetto che da qualche parte ci deve essere una “colpa”, quindi un conseguente “castigo”!!

Come si può pensare che una creatura delicata e bisognosa di cure e di affetto possa essere un castigo e magari un castigo di Dio!?!?

Mi piacerebbe affrontare più approfonditamente questo argomento che ovviamente mi sta molto a cuore come mamma e come credente, spero di riuscire a farlo e non solo tra me e me e le mie letture a riguardo proprio del “dolore innocente”!!

Ma quello che posso dire così come lo sento e per come riesco a scrivere queste brevi osservazioni, ovvero con mille interruzioni spesso necessarie ma non troppo “alte”, ognuno “incontra” la vita con le sue mille e varie sfaccettature, siamo noi che diamo un valore ed un’accezione precisa a ciò che ci viene incontro, non esistono né premi né punizioni!!

La gioia ed il dolore vanno a braccetto, convivono nel nostro cuore, è la nostra “lucidità”, per me direi la fede, che può, deve, far prevalere la gioia o almeno tenere il “bilancio” tra le due in attivo.

Ora chi mi conosce sa che non sono …come dire…sempre serafica e gioiosa, ma convinta di quello che mi “merito” ovvero della mia medaglia, si!!

Inoltre come tutti sono in cammino verso questo alto obiettivo, sono imperfetta, spesso stanca, spesso sola con le mie responsabilità, ma sono una “bilancia” ( per chi s’intende di oroscopi ancora meno di me bilancia = ricerca dell’equilibrio! ) e lavoro fiduciosa al mio bilancio che ha già  molte voci in attivo nella colonna della gioia!

Adesso ippoterapia veramente per tutti

amaca per ippoterapiaParliamo di “Horse bed ridining” una innovativa tecnica da poco sbarcata in Italia dall’Olanda. Ad applicarla è il Circolo Ippico Rainbow di Palidoro. E’ un modo di cavalcare sviluppato specialmente per bambini ed adulti con disabilità multiple, che non possono cavalcare perchè difficilmente possono controllare completamente i loro muscoli e stare bilanciati sulla schiena del cavallo. Però cavalcare con l’aiuto di un letto sopra i cavalli è possibile!

Il letto, di questo si tratta, è una struttura metallica che contiene un amaca. Due cavalli di uguale altezza, selezionati e addestrati specificamente per questo lavoro, camminano sotto l’amaca sulla quale un bambino (o un adulto) si distende. La cadenza dei cavalli e il calore che emanano, producono un massaggio al bambino (o all’adulto) rilassandolo. Il massaggio, stimolando la circolazione del sangue, rilassa notevolmente i muscoli rigidi. Anche i polmoni vengono stimolati così come l’apparato digerente.

amaca per ippoterapiaLa cosa più bella però è che cavalcare con il letto è molto divertente. Si sta all’aria aperta a stretto contatto con i cavalli, si ascolta il rumore degli zoccoli, si sente la loro potenza e si è cullati e stimolati dal loro movimento. Un’esperienza unica, un contatto sorprendente. In caso c’è posto per un terapista o per una musica di sottofondo. L’Horse bed riding è fatto con l’aiuto dei volontari sempre e sotto il controllo di un terapista “horse bed” certificato.

Ho avuto modo di incontrare e parlare con i terapisti “horse bed” certificati e chi ha portato con entusiasmo, speranza e competenza questa terapia in Italia dall’Olanda. Ho potuto vedere l’horse bed riding all’opera durante la manifestazione “Il giardino da coltivare” che si svolge tutti gli anni intorno al 20 luglio nella pineta monumentale di Fregene (RM).